[ita] Questo è il racconto del centro del nostro viaggio, sia per la posizione sia per aver raggiunto la metà del percorso. Forse sarebbe stato meglio arrivare ad Asunción in un momento diverso dalla Semana Santa (da queste parti la Pasqua è piuttosto importante), ma da qualche parte doveva pur capitare… e, nonostante i luuunghi silenzi, anche nella capitale siamo riusciti a sentire delle voci forti. Come avrete avuto modo di capire, in questa ricerca ci stiamo occupando di varie questioni ambientali, e ancor di più del tema dell’agroecologia, affrontati da molteplici punti di vista ed attività. Sicuramente un aspetto fondamentale dell’agricoltura sudamericana è la lotta per la terra, gestita in maniera latifondista e alla quale non accedono ampie percentuali di popolazione che una volta espropriata si dirige verso le grandi città per sopravvivere. Dunque quale posto migliore della capitale per conoscere meglio questo fenomeno?! In Paraguay l’80% della terra appartiene a grossi proprietari, mentre il restante 20% è nelle mani impoverite dei campesinos “contadini”, di cui i media hanno oltretutto montato un’immagine caricaturale e carica di pregiudizi negativi. Per cambiare quest’idea, ma soprattutto per riscattare e supportare le comunità della campagna, sono nati l’Associazione Mercadito Campesino e il Colectivo Tierra Adentro. Due volontarie, madre e figlia, Romi e Zuca, ci hanno ricevuti la scorsa settimana nel Locale n.1.
[eng] This is our travel’s central tale both for the position and for having reached half the trip. It might have been better to arrive in Asunción at a different moment (Easter is a pretty important period here), but it had to happen somewhere and… except loooong silences, in the capital too we could listen to some strong voices. You might have noticed that this research considers many environmental issues, even more the agroecological topic, seen from many points of view and types of activities. Certainly a fundamental aspect of South American agriculture is the fight for land, which is managed in the latifundium way and to which wide slices of population do not access; once dispossessed they move to big cities looking for survival. So what better place than the capital to best approach this phenomenon?! In Paraguay 80% of the land belongs to big owners, the lasting 20% is in the impoverished hands of campesinos “farmers”, whose image has also been caricatured and negatively prejudged by the media. Association Mercadito Campesino and Collective Tierra Adentro were born precisely to change such ideas, but mostly to revive and support outback communities. Two volunteers, mother and daughter, Romi and Zuca, received us last week in House n.1.
[esp] Esto es el cuento central de nuestro viaje, por su posición y por alcanzar la mitad del recorrido. Quizás hubiera sido mejor llegar a Asunción en un momento distinto de la Semana Santa (por aquí las pascuas es un periodo importante), pero en algún lugar tenía que pasar… y, no obstante los laaargos silencios, en la capital también pudimos escuchar unas voces fuertes. Como habrán notado, esta investigación se ocupa de muchas cuestiones ambientales, aun más del tema de la agroecología, planteadas por varios puntos de vista y actividades. Es cierto que un aspecto fundamental de la agricultura de Sur América es la lucha por la tierra, manejada a la manera latifundista, inaccesible por amplios porcentajes de población que al verse desposesados se van a las grandes ciudades en búsqueda de sobrevivencia. Entonces ¿¡cuál lugar mejor que la capital para enfrentar bien este fenómeno?! En Paraguay 80% de la tierra pertenece a grandes dueños, mientras que el restante 20% está en las manos empobrecidas de los campesinos, encima dibujados de manera caricatural y con prejuicios negativos por los medios de comunicación. Para cambiar esta idea y para rescatar y suportar las comunidades del campo nacieron la Associación Mercadito Campesino y el Colectivo Tierra Adentro. Dos voluntarias, madre y hija, Romi y Zuca, nos recibieron la semana pasada en el Local n.1.
[ita] Mercadito Campesino nasce due anni fa, ad Asunción, da Romi e Guzmán, con l’intento di organizzare nella propria casa una zona di distribuzione di prodotti biologici provenienti dai campi limitrofi alla città. Se da un lato iniziò per aumentare il raggio di vendita dei produttori rurali, fu anche per evitare il rincaro dei prezzi cittadini di frutta, verdura ed altri alimenti base; l’azione civile di un vicinato che decise di rifiutare i valori dell’attuale modello produttivo. Al principio i volontari da soli portavano il cibo alle proprie abitazioni, ora lo trasportano gli stessi produttori e i locali dell’iniziativa son diventati 7, ma nonostante la crescita i principi non sono cambiati. Il procedimento è gratuito: i volontari non sono intermediari, bensì figure di facilitazione senza remunerazione; i soldi della vendita vanno interamente ai contadini. Oltre a creare un punto d’accesso etico all’alimentazione salutare, un altro obiettivo è responsabilizzare i produttori perché possano un giorno occuparsi da soli del proprio commercio cittadino.
[eng] Mercadito Campesino was born two years ago in Asunción, by Romi and Guzmán, with the intention to organise their house as a distribution point of organic products coming from fields bordering the city. It mainly started to improve rural producers’ sales, but also to avoid the increase of urban prices of fruit, vegetables and other basic food; a neighbourhood’s civil action against the values of our current productive model. At the beginning volunteers alone brought the goods back to their homes, now the producers do it and the houses became 7, though their principles haven’t changed. The process is free: all volunteers are facilitators who do not get paid; all the money goes totally to the farmers. Besides creating an ethical access area to healthy food, another goal is to raise a sense of responsibility among the producers, so that in the long run they can take care of their urban business by themselves.
[esp] Mercadito Campesino nació hace dos años en Asunción, por Romi y Guzmán, con la intención de organizar en su casa un lugar de distribución de productos orgánicos de los campos limítrofes con la ciudad. Si por un lado empezó para aumentar el rayo de venta de los productores rurales, también fue para evitar la subida de precios ciudadanos de fruta, verdura y otros alimentos basicos; la acción civil de un vecindario contra los valores del actual modelo productivo. Al principio los voluntarios solos llevaban la comida a sus casas, ahora son los productores que la traen y los locales ya son 7, pero no obstante el crecimiento los principios son los mismos. El proceso es gratuito: los voluntarios no son intermediarios, sino que figuras de facilitación que no reciben remuneración; el dinero va interamente a los campesinos. A parte el crear un punto de acceso ético a comida saludable, otro objetivo es responsabilizar a los productores para que un día puedan cuidar solos su comercio ciudadano.
[ita] Il collante del progetto è la rete, infatti grazie all’apertura di una propria pagina molte persone, come noi, sono riuscite ad averne notizia. Inoltre circa sei mesi fa si aggiunge il Colectivo cine-fotografico Tierra Adentro, creato per essere un compagno di documentazione delle attività di Mercadito Campesino e per supportare il lavoro di fotografia che svolgeva Zuca accompagnando la madre. Il collettivo sorge per coordinare il lavoro di tanta gente che, dopo essere cresciuta la qualità dell’informazione, voleva essere coinvolta. Nel nostro percorso vi abbiamo già parlato di singoli o gruppi che utilizzano i mezzi di comunicazione per diffondere i propri progetti, ribadendo l’importanza del legame tra l’ecologia e tante altre discipline (umanistiche, dalla nostra prospettiva). Tuttavia questa è stata la prima esperienza in cui l’audio-visivo viene maneggiato con tanta cura per raccontare l’agroecologia e la vita contadina con un’altra luce e riflettere su aspetti che solitamente son poco considerati, quali società, cultura ed economia dietro al cibo che mangiamo tutti i giorni. Reportage fotografici, corti ed un documentario per proporre una narrazione informativa nell’immediato, dando un volto alle persone che coltivano il tuoi alimenti, ed educativa a lungo termine, ristabilendo un’immagine positiva ed attraente dei campi da cui quasi tutti siamo fuggiti.
[eng] The net is the project’s glue, it was thanks to the opening of a personal page that many people, like us, could have their news. Then, around six months ago, they connected with cine-photographic Collective Tierra Adentro, which was created to accompany Mercadito Campesino’s documentation and to support the photographic work that Zuca was already carrying on with her mother. The collective arises to coordinate the work of many who, having seen the new quality of information, wanted to get involved. During our path we already told you of individuals or groups who use media to spread their projects, reiterating the important link between ecology and many other disciplines (humanistic, from our perspective). However this is the first experience where the audio-visual is managed so carefully to tell of agroecology and farmers’ life with a different light, therefore thinking about aspects that aren’t often considered, such as society, culture and economy behind the food we eat every day. Photographic reportages, short films and a documentary to propose both an immediate informative narration, which gives a face to those who cultivate your nutrition, and a lasting educational explanation, which reestablishes a positive image of the fields from which we ran away.
[esp] La red fue el pegamento del proyecto, que gracias a su página personal pudo entregar sus noticias a muchas personas, como nostros. Además, hace como seis meses, se añadio el Colectivo cine-fotográfico Tierra Adentro, creado para ser compañero de documentación de las actividades de Mercadito Campesino y para apoyar el trabajo de fotografía que ya hacía Zuca al acompañar su madre. El colectivo surge para coordenar el trabajo de mucha gente que, viendo la nueva calidad de la información, quería ser involucrada. Durante nuestro recurrido ya contamos de individuos o grupos que utilizan los medios de comunicación para difundir sus proyectos. Por cierto esta es la primera experiencia donde el audio-visual se maneja con tan cuidado para contar de la agroecología y la vida campesina con una luz distinta y reflexionar así sobre aspectos que poco se consideran, como la sociedad, la cultura y la economía detrás de la comida de cada día. Reportajes fotográficos, cortos y un documental para proponer una narración informativa inmediata, dando una cara a quienes cultivan nuestros alimentos, y una explicación educativa duradera, que reestablezca una imagen positiva de los campos de donde huimos.
https://www.youtube.com/watch?v=fONwnanatbs
[ita] Finalmente la domenica di pasqua siamo riusciti a visitare uno dei luoghi che ruotano nel circolo di Mercadito. Assieme a Zuca ed Agu siamo stati alla comunità 15 de Agosto a casa della famiglia di Dominga. Lì abbiamo ascoltato sempre più da vicino la lingua guaranì (in questo caso joparà) e le sue parole di libertà. Dopo aver condiviso la chipa casereccia ed il miele dal favo, abbiamo fatto una passeggiata nella proprietà di Domi alla scoperta di numerose piante della medicina tradizionale, degli animali e della fabbricazione dei ladrillos “mattoni” ecologici per costruire le case della zona. Certo, nonostante l’utilizzo di materiali naturali, anche questa pratica alla lunga si rivela dannosa per l’ambiente e dunque bisogna saper mutare spazio. Lei stessa lo ammette, con grande umiltà, come se fosse più grave di tutti gli eventi di cui già è testimone la sua terra. Una terra occupata undici anni fa da contadini espropriati che solamente necessitavano un piccolo appezzamento per il proprio fabbisogno. Dopo lotte, talvolta armate, sono riusciti ad ottenere (chiaramente, pagando!) il permesso per potervi vivere e piantare; insomma sono stati costretti a pagare per l’autorizzazione ad accedere alla propria terra rubata. Oggi, anche grazie all’aiuto di Mercadito Campesino, vivono un periodo di relativa tranquillità, ma la minaccia dell’agricoltura industriale è sempre alle porte e non permette di rilassarsi troppo, spingendoli ad andare avanti con gli ideali dell’agroecologia.
Ringraziamo tutte queste persone per renderci sempre più sensibili e vediamo se nei prossimi giorni riusciamo ad unire la città ai campi dove ci troviamo ora, nel distretto di Guajayvi.
[eng] Finally on Easter Sunday we could visit one of the places in Mercadito’s circle. Together with Zuca and Agu we went to 15 de Agosto community at Domi’s family’s home. There we listened closely to the Guarani language (in this case jopará) and its words of freedom. After sharing homemade chipa and honey from the honeycomb, we strolled through Domi’s property discovering many medicinal plants, animals and the making of ecological ladrillos “bricks” to build houses in the area. Despite the use of natural materials, even this practice at last isn’t good for the environment, so one needs to know when to move onto another space. She admits it, with great humbleness, as if this was the worst event that her land witnessed so far. A land that was occupied eleven years ago by dispossessed farmers who were only looking for a little lot to stay. After many fights, armed too, they manage to obtain permission (obviously paying!) to live and plant there; in other words, they were forced to pay for the authorization to access to their own stolen land. Today, also thanks to Mercadito Campesino’s help, they live in relative tranquillity, even though the threat of industrial agriculture is always behind the door and doesn’t allow to relax too much, pushing them forward with agroecologic ideals.
We thank all these people for making us even more sensible, let’s see if on the following days we can connect the city with the fields where we are now in Guajayvi’s district.
[esp] Por fin el domingo de Pascuas visitamos unos de los lugares que rodean el círculo de Mercadito Campesino. Junto a Zuca y Agu fuimos a la comunidad 15 de Agosto a casa de la familia de Domi. Allí escuchamos de más cerca la lengua guaraní (en este caso jopará) y sus palabras de libertad. Al compartir la chipa casera y miel de panal, fuimos de paseo en la propriedad de Domi a descubrir numerosas plantas medicinales, animales y la fabricación de ladrillos para las casas de la zona. No obstante el uso exclusivo de materiales naturales, también esta práctica tras un tiempo no está bien para el medio ambiente y entonces se necesita saber cuando cambiar espacio. Admite ella, con grande humildad, como si fuera el evento peor que su tierra conoció hasta ahora. Una tierra ocupada unos once años atrás por campesinos despojados que solo buscaban un pequeño lote para quedarse. Después de muchas luchas, a veces armadas, consiguieron el permiso (¡claramente pagando!) para vivir y plantar allí; o sea que les forzaron a pagar para la autorización a acceder a su propria tierra robada. Hoy día, también gracias a la ayuda de Mercadito Campesino, viven un periodo de relativa tranquilidad, pero la amenaza de la agricultura industrial siempre está a la puerta y no permite relajarse mucho, empujandoles adelante con los ideales de la agroecología.
Les agradecemos a estas personas por hacernos aun más sensibles y vamos a ver si en los días sigiuentes podemos conectar la ciudad con los campos donde estamos ahora, en el distrito de Guajayvi.