[ita] Sapevate dove viene prodotto la maggior parte del tabacco? Bene, noi ci siamo stati. Da Porto Alegre, direzione Sobradinho, ad Ibarama “luogo delle piante.” Queste verdissime vallate sono anche uno dei luoghi ad altissima concentrazione di coltivazioni transgeniche, soia soprattutto, ecco perché ciò che stiamo per raccontarvi risulta ancora più fantastico! Noi siamo stati a conoscere l’altra faccia della medaglia: la transizione dall’agricoltura industriale-monocoltura all’agroecologia e la conservazione dei semi nativi, ovvero la resistenza di una minoranza che da sola sta cambiando la tendenza generale. La nostra permanenza è stata possibile grazie alla dottoranda Viviane Camejo, che ci ha messo in contatto con Giovane Vielmo di Emater Ibarama, che a sua volta ha mobilitato gli agricoltori interessati. Ad ospitarci sono state le famiglie Kluge-Dal Ri e Raminelli-Cembrani, discendenti di italiani e tedeschi! Che sorpresa scoprire che Ibarama, così come l’intero Rio Grande do Sul, fu meta di immigrazione europea – l’ultima massiccia circa 140 anni fa, per la serie “quando gli immigrati eravamo noi” – così stabilita ed integrata con l’ambiente locale tanto da creare una propria cultura: quella gaúcha.
[eng] Did you know where most of tobacco is produced? Well, we went there. From Porto Alegre, direction Sobradinho, to Ibarama “place of plants.” The green hills are also one of the places with the highest concentration of transgenic plantations, especially soy, this is why what we’re about to tell you is even more fantastic! We went to get to know the other side of the coin: the transition from industrial-monoculture agriculture to agroecology and the protection of native seeds, as in the resistance of a minority who alone is changing the general trend. Our stay was possible thanks to PhD Viviane Camejo, who put us in contact with Giovane Vielmo of Emater Ibarama, who in turn called the interested farmers. We were hosted by The Kluge-Dal Ri and Raminelli-Cembrani families, Italian and German descendants! What a surprise to discover that Ibarama, like the whole Rio Grande do Sul, was a point of European immigration – the last massive one 140 years ago, a little reminder of “when we were the migrants” – as settled and integrated with the local environment as to have their own culture: the gaucho one.
[esp] ¿Sabéis donde se produce la mayoría del tabaco? Bueno, nosotros fuimos allí. Desde Porto Alegre, hacia Sobradinho, en Ibarama “lugar de plantas.” Los verdes valles son también uno del los lugares con más concentración de cultivos transgénicos, soja en particular, por eso lo que estamos por contaros es aun más fantástico! Fuimos a conocer el otro lado de la medalla: la transición desde la agricultura industrial-monocultivo hacia la agroecología y la protección de semillas nativas, o sea la resistencia de una minoría que sola está cambiando la tendencia general. Nuestra permanencia fue posible gracias a la doctoranda Viviane Camejo, que nos contactó con Giovane Vielmo de Emater Ibarama, que por su parte mobilitó a los agricultores interesados. Nos alojaron las familias Kluge-Dal Ri y Raminelli-Cembrani, ¡descendentes de italianos y alemanes! Qué surprisa descubrir que Ibarama, como todo Rio Grande do Sul, fue meta de imigración europea – la última grande hace 140 anos, a memoria de “cuando nosotros ibamos de migrantes” – tanto establecida e integrada con el ambiente local como para crear su propia cultura: esa gaúcha.
[ita] I primi giorni sono trascorsi assieme alla famiglia di Seu Leonel e Dona Eda. Da un’artistica tavola con tutte le varietà di milho “mais” e fejão “fagiolo” è partito il racconto sui guardiani delle sementi creole, puntualmente intercalato da deliziosi pasti preparati con ingredienti esclusivamente biologici e fatti in casa. Dal ’59 al ’62 apparvero i primi semi di mais ibrido in una zona dove per lo più si coltivavano tabacco e mais creolo e si allevavano galline e maiali nativi neri, poi le cose cambiarono fino a rendere i maiali bianchi ed il territorio monocoltivato e intossicato. Fortunatamente c’era sempre qualcuno che custodiva i semi nativi, così verso la fine degli anni ’70 si riunirono alcuni agricoltori e finalmente nell’85 formarono l’Asociacão dos guardiões das sementes crioulas de Ibarama “associazione dei guardiani dei semi creoli.” Oggi è un’istituzione nazionale ed un esempio rivoluzionario da seguire, soprattutto per aver fermato la coltivazione di OGM nella zona e gettato le basi per il lavoro delle generazioni future. I loro momenti significativi sono: adesso, per la feria di aprile; ad agosto, per il giorno di scambio dei semi. Hanno ricevuto premi, attivato collaborazioni, progetti scolastici e cooperazioni con gruppi di studiosi. Da subito ne abbiamo percepito il valore e ci siamo sentiti molto onorati di poter instaurare questa conoscenza.
[eng] We spent the first days with Seu Leonel and Dona Eda’s family. An artistic table with all milho “corn” and fejão “bean” varieties started the tale on the guardians of native seeds, punctually alternated by delicious meals exclusively made with organic and homemade ingredients. From ’59 to ’62 the first hybrid corn seeds appeared in an area mostly cultivated with tobacco and native corn where hens and native black pigs were bred, then things changed: pigs became white and the territory monocultivated and intoxicated. Fortunately though, there was always someone who kept native seeds, thus towards the end of the 70s some farmers met and finally in ’85 they formed Asociacão dos guardiões das sementes crioulas de Ibarama “association of native seeds’ guardians.” Today it’s an institution and a revolutionary example to follow, particularly as it stopped GMO plantations in the area and it built the grounding for future generations’ work. Their meaningful moments are: now, for the April’s fair; in August, for the seeds exchange day. They received awards, activated partnerships, school projects and cooperation with scholarly groups. We soon perceived its value and we felt very honoured to establish such relationship.
[esp] Pasamos los primeros días con la familia de Seu Leonel y Dona Eda. Una mesa muy artística con todas variedades de “milho” maiz y fejão “frijol” empezó el cuento de los guardianes de semillas, puntualmente alternado por deliciosas comidas hechas exclusivamente con ingredientes orgánicos y caseros. Desde ’59 hasta ’62 aparecieron las primeras semillas de maiz híbrido en una zona donde se cultivaban sobre todo tabaco y maiz criollo y se tenían gallinas con cerdos nativos negros, después las cosas cambiaron: los cerdos se volvieron blancos y el territorio monocultivado e intoxicado. Afortunadamente siempre había alguien que guardaba las semillas criollas, así a finales de los años ’70 algunos agricultores se reunieron y finalmente en ’85 se formó la Asociacão dos guardiões das sementes crioulas de Ibarama “associación de guardianos de semillas criollas.” Hoy en día es una institución y un ejemplo revolucionario para seguir, aun más porque paró la cultivación de OGM en la zona y puso las bases por el trabajo de las generaciones futuras. Sus momentos significativos son: ahora, en abril por la feria; en agosto, durante el día de trueca de semillas; recibieron premios, activaron collaboraciones, proyectos escolares y cooperaciones con grupos de estudio. Desde el principio percibimos su valor y nos sentimos muy honrados por establecer este encuentro.
[ita] Il lavoro di Leonel ed Eda è grande quanto la gentilezza che ci hanno dimostrato. Da una parte lui si occupa principalmente della protezione delle varietà dalla semina al raccolto, della comprensione del terreno e clima e delle relazioni esterne di diffusione e comunicazione; d’altra parte lei è il pilastro di tutte le attività agricole – è così: fanno tutto da soli da 53 anni – ed un pozzo di saggezza in quanto all’elaborazione di tutto ciò che produce la loro terra coi loro animali. Tutt’oggi la loro proprietà agroecologica contiene 11 tipi di mais (per evitare l’incrocio delle specie basta piantarle in momenti diversi), numerosi fagioli colorati (se volete sapere nel dettaglio contattate Emater o Viviane Camejo), arachidi, canna da zucchero, amaranto, soia, manioca, patate variegate, alberi da frutta, galline polacche ed italiane e maiali nativi. Con eleganza e parole mirate, il signor Leonel ci ha trasmesso parecchio sulle sue piante, ma ci ha anche insegnato molto sul mato in generale, confidandoci che tutto ciò che fa è per lasciare un buon ricordo alla sua famiglia ed un’eredità positiva alle generazioni dell’avvenire – infatti il nipote, spesso al suo fianco, ha poco tempo per guardare la TV e tanto per apprendere un patrimonio etno-botanico! Espansiva a sorridente, la signora Eda lo ha completato spiegandoci il significato di una vita auto-sufficiente: dalla mattina alla sera in azione per un’esistenza sana. A casa loro, per la prima volta abbiamo “munto” delle vacche ed assistito alla preparazione di formaggio e panna. Qui li ringraziamo di cuore per tutto quello che ci hanno offerto e narrato, per averci portato alle cascate ed aver smosso tutta la famiglia fino ad Ijuí!
[eng] Leonel and Eda’s work is as big as the kindness they showed us. On one side he especially takes care of the varieties protection from sowing to harvesting, soil and climate comprehension and external relations for didactic purposes; on the other side she is a pillar of all agrarian activities – that’s it, they’ve been doing all alone for 53 years – and she has a profound wisdom on the elaboration of their land and animals’ products. At present their agroecological property contains 11 varieties of corn (to avoid species’ crossing it’s sufficient to plant them in different moments), peanuts, sugar cane, amaranth, soy, manioc, various potatoes, fruit trees, Polish and Italian hens and native pigs. With elegance and pondered words, Mr Leonel taught us a lot on his plants, but also much on mato in general, confessing that what he’s doing is to leave a good memory for his family and a positive heritage for future generations – in fact his nephew, often at his side, has little time to watch TV and much more to learn an ethno-botanical patrimony! Joyful and smiling, Mrs Eda completes him explaining to us the true meaning of a self-sufficient life: from morning till evening she’s in action for a healthy existence. At their house, for the first time we milked cows and attended cheese and cream preparation. Here we open-heartedly thank them for all they offered and narrated, for their special memories, for taking us to waterfalls and for bringing in the entire family till Ijuí!
[esp] El trabajo de Leonel y Eda es tan grande cuanto la amabilidad que nos demonstraron. Por un lado él cuida principalmente de la protección de las variedades desde la siembra hasta la cosecha, de la comprensión del terreno y clima y de las relaciones externas de divulgación; por otro lado ella es un apoyo necessario a todas actividades agrículas – es así, están haciendo todo solos desde 53 años – y tiene una profunda sabiduría por cuanto es la elaboración de los productos que vienen de su tierra y animales. Ahora su propriedad agroecológica contiene 11 variedades de maiz (para evitar el cruzamiento se necesita plantarlas en momentos distintos), maní, caña de azúcar, amaranto, soja, mandioca, varias patatas, árboles de fruta, gallinas polacas e italianas y cerdos nativos. Con elegancia y palabras ponderadas, el señor Leonel nos enseñó mucho sobre sus plantas, mas también mucho sobre el mato en general, confesándonos que todo lo que hace es para dejar un buen recuerdo para su familia y una herencia positiva para las generaciones futuras – su nieto, a menudo a su lado, tiene poco tiempo para mirar la Tele y ¡más para aprender un patrimonio etno-botánico! Expansiva y sonriente, la señora Eda le completa explicándonos el significado de una vida auto-suficiente: de la mañana a la tarde en acción para una existencia saludable. En sus casa, por primera vez ordeñemos las vacas y asistimos a la preparación de queso y nata. Aquí les agradecemos con el corazón por todo lo que nos ofrecieron y contaron, por sus memorias especiales, por llevarnos a unos saltos y mobilitar la familia toda hasta Ijuí!
[ita] Abbiamo approfondito il tema dei fagioli e del mais creoli, assieme alla questione politica dei transgenici, durante la nostra permanenza con Mario e Renilde. La loro tenuta ha sviluppato un sistema agroforestale che finora ospita un museo di 150 specie: oltre a quelle descritte sopra, troviamo anche alberi d’arance tobia, di mate, ulivi, pomodori colombiani, soia nera e sesamo. In questo post vogliamo ricordare Mario con due belle frasi: “non esiste piaga, semplicemente esistono insetti affamati e tagliando il mato, loro mangeranno le coltivazioni e gli umani useranno gli agrotossici” (Nasser Youssef); “io non venderò ai piantatori di fumo, se mio figlio non erediterà, qualcun’altro verrà!”; e Renilde per aver rimarcato l’importanza del ruolo femminile ed insegnato che proteggere i semi, quindi il cibo, vuol dire anche proteggere le tradizioni: insieme ad altre donne, si impegna a portare avanti l’artigianato con le foglie di mais palha de seda dal quale crea di tutto e di più! Ringraziamo profondamente anche loro per l’ospitalità, la generosità, la visita alla cantina enologica di Pasquale e la giornata con la famiglia Torcatto per comprendere come avviene la coltivazione del tabacco.
[eng] We delved into the native beans and corn topic, together with the GMO political issue, during our stay with Mario and Renilde. Their property developed an agroforestry system that so far hosts a museum of 150 species: in addition to the above mentioned, we also found tobia orange trees, mate trees, olive trees, Colombian tomatoes, black soy and sesame. In this post we’d like to remember Mario with two of his nice phrases: “there is no pest, there are simply hungry insects and if the mato is cut, they will eat the plantations and humans will use agrotoxics” (Nasser Youssef); “I won’t sell to the planters of smoke, if my son will not inherit it, someone else will come!”; and Renilde for underlining the importance of the feminine role and teaching us that protecting seeds, thus food, means protecting traditions too: with other women, she puts a lot of effort into practicing handcract with corn palha da seda leaves from which she invents anything! We also thank them deeply for their hospitality, generosity, for the enological visit to Pasquale’s cantina and for the day spent with Torcatto’s family to understand how tobacco cultivation happens.
[esp] Profundizamos el tema de frijoles y maiz nativos, junto al argumento político de los trangénicos, durante nuestra permanencia con Mario y Renilde. Su propriedad desenvolvió un sistema agroflorestal que hasta ahora aloja un museo de 150 especies: además de esas mencionadas arriba, encontramos árboles de naranja tobia, de mate, olivos, tomates colombianos, soja negra y sésamo. En este post queremos recordar Mario con dos de sus frases que nos gustaron: “no existe plag, simplemente existen insectos con hambre, si se corta el mato ellos se comerán los cultivos y los humános usarán agrotóxicos” (Nasser Youssef); “yo no voy a vender a los plantadores de humo, si mi hijo no hereda, alguna otra persona vendrá!”; y Renilde para subrayar la importancia del papel femenino y enseñarnos que proteger las semillas, o sea la comida, es también proteger las tradiciones: con otras mujeres, ella se empeña mucho en practicar la artesanía con hojas de maiz palha da seda del cual crea de todo! Igual a ellos les agradecemos profundamente por su hospitalidad, generosidad, por la visita a la cantina enológica de Pasquale y por el dia junto a la familia Torcatto para aprender como funciona la cultivación del tabaco.
[ita] Perdonaci Ibarama se in questo breve spazio stiamo omettendo qualcosa, sicuramente nel futuro ci impegneremo a raccontare meglio la storia di questi agricoltori rivoluzionari, simbolo di quel detto di Mario “gruppi piccoli di persone piccole, che fanno cose piccole, mutarono la faccia della terra.”
Ahhhh quasi dimentichiamo 🙂 mentre eravamo ospiti, oltre ad essere stati trattati con affetto ed abbondanza, siamo anche stati intervistati da Viviane per la rivista locale e da Enrique su Radio Sobradinho, a dimostrazione del fatto che l’ecologia va a braccetto con l’audio-visivo e la letteratura! Dopo aver parlato in quasi portoghese, siamo ancora più orgogliosi di divulgare gli echi delle ecologie… guardate nel blog la pagina degli aggiornamenti e troverete queste chiacchierate.
[eng] Forgive us Ibarama if we omit something in this little space, of course in the future we will take care of telling a better story of these revolutionary agricultors, symbol of Mario’s saying “small groups of small people, doing small things, changed the world’s face.”
Ohhh we almost forgot 🙂 while we were hosts, in addition to being treated with affection and abundance, we were also interviewed by Viviane for the local paper and by Enrique for Radio Sobradinho, demonstrating once again that ecology goes hand in hand with audio-visual and literature! After speaking a kind of Portuguese, we’re even more proud to be spreading the echoes of ecologies… check out the blog at the update page and you’ll find these conversations.
[esp] Perdonanos Ibarama si omitimos algo en este espacio pequeño, en futuro sin falta cuidaremos de contar mejor la historia de estos agricultores revolucionarios, símbolos del dicho de Mario “grupos pequeños de personas pequeñas, que hacen cosas pequeñas, cambiaron la cara del mundo.”
Ayyyy casi nos olvidamos 🙂 mientras estabamos de hospedes, además de recibir cariño y abundancia, también fuimos enetrevistados por Viviane para la revista local y por Enrique para Radio Sobradinho, a demostración de que la ecología va en la mano con el audio-visual y la literatura! Después de hablar medio portugués, somos siempre más orgullosos de difundir los ecos de las ecologías… leed el blog a la página de las noticias y encontraréis estas charlas.
Ciao Orsola, grazie! Il nostro primo commento sul blog 😉
siamo contenti che ti faccia piacere seguirci! Più che nostalgia, abbiamo curiosità verso tutto… tra l’altro nel sud del Brasile si mangiano dei dolci che sembrano alcuni della Sardegna (queixadinas “formagelle” e tipo ‘papassini’) però hai ragione, i piatti della mammà non si scordano mai!
Michal dice che un bel piatto di milinzana frissa e dei dolci di Osilo sarebbero ‘a fine do munn!
Ti abbracciamo tantissimo e speriamo che sia il via per maggiori commenti 🙂
Ciao ragazzi! Bellissime le foto ed interessantissime le vs esperienze. So che avete un po’ di nostalgia dei manicaretti di mamma Pina ma mi chiedevo come state a nostalgia di dolci??????? Vi abbraccio forte. Orsola. Buon proseguimento di conoscenza. Baci